Ogni marchio che si riconosca come tale, ed anche ogni logo, è una convenzione simbolica a cui è stato dato un compito preciso: il dare forma grafica, sintetica, alla moltitudine di parole e ragionamenti che identificano una realtà e l’immaginario che le corrisponde.
Bruno Munari ha scritto che «la fantasia l’invenzione la creatività pensano, l’immaginazione vede».
Il marchio e il logo devono quindi, prima di tutto, cercare di inquadrare (nonché provare a collimare con) un’idea psicologica che renda “visibile” quella identità/realtà (qualsiasi essa sia).
E visibile vuol dire riconoscibile; e l’essere riconoscibile, a sua volta, significa ben connotabile.
Solo così, infatti, e come per incanto, si attivano contemporaneamente tre aspetti che sostanziano, in questo caso, il senso della parola “connotabile”: la seduzione, la spiegazione lampante, immediata, e la memorizzazione.
Solo quando questi tre elementi coesistono il marchio e il logo sono davvero parlanti; comunicano nel senso più alto del termine e con un’unica immagine emblematica, la polifonia psicologica e visiva di tutto il portato veicolato.
Per dare forma al marchio – più che al logo, che sarebbe stato costituito solo dal cosiddetto lettering – di Scienze della Formazione Primaria, sono stati scelti, su idea del Presidente del Corso di Laurea, il Professor Pietro Di Martino, degli addetti ai lavori molto speciali: le studentesse e gli studenti che nell’anno accademico 2023/2024, al terzo anno del loro percorso, hanno frequentato con me il laboratorio di Arte, Media ed Educazione all’immagine.
Chi meglio di una cospicua unità rappresentativa di student* poteva discutere, argomentare, restituire il connubio di realtà e immaginario che identifica il loro percorso di studi? Che opportunità, e che sfida! Eh sì, però, nessun professionista poteva farlo meglio di loro.
Così, come Munari insegna, guidati soltanto da alcune indicazioni del mestiere e qualche regola, divisi in gruppi, giorno dopo giorno si sono messi a pensare, a ragionare, a progettare, a costruire; a dar valore, con grande impegno, a quanto stavano elaborando fino ad arrivare al risultato che oggi abbiamo.
All’interno delle lezioni laboratoriali sono maturati confronti via via più costruttivi e carichi di stimoli; ogni volta sono emerse indicazioni e critiche funzionali alla miglior riuscita di ciascuna proposta. Indipendentemente dai risultati finali, ogni esito è stato frutto di indagini, di scavi e ricerche ammirevoli, e credo di poter dire, senza timore di essere smentita, che sia stata un’esperienza realmente laboratoriale, realmente formativa e arricchente sotto molteplici punti di vista, a partire dal concetto, imprescindibile, di “educazione all’immagine”.
A tutte le studentesse e a tutti gli studenti che l’hanno resa possibile invio un grande plauso e uno speciale ringraziamento. Alle autrici del marchio che dal 2024 identificherà, per l’Università di Pisa, il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, i più sentiti complimenti.
Andreina Di Brino